Al lavoro seduta affianco a me c'è una collega che parla ininterrottamente. Infatti la soprannomineremo Non-stai-zitta-mai.
Non stai zitta mai, oltre a non star zitta mai, ha appena detto "puLtroppo" per la seconda volta in due minuti. Ed è ancora viva.
È evidente che ho imboccato la strada della tolleranza.
mercoledì 20 febbraio 2013
martedì 19 febbraio 2013
domenica 10 febbraio 2013
Non essere impaziente, mi dicevano. Ci vuole tempo. Un passo, piccolo, per volta.
Invece no: ti succede all'improvviso. Ti alzi una mattina e non te ne frega più.
Ricordi ancora tutto. Ricordo quando sanguinavo e me ne vergognavo pure. Perchè quelle ferite parlavano del mio fallimento.
Oggi invece sono uscita indossando le cicatrici con orgoglio.
Questo è stato il weekend dello starbene. Dopo tanto, troppo tempo.
E senza motivo. Quindi vale doppio.
venerdì 8 febbraio 2013
Credevo
la disperazione fosse color nero. Come il buio più pesto. Oppure rossa. Come
gli schizzi di sangue su un muro bianco. O gli occhi dopo troppe lacrime
versate.
E poi pensavo
fosse rumorosa. Scandita da urla o dal rumore di pugni sul muro.
Invece
no. La disperazione è fredda. Colore grigio. Grigio fumo. Ha la stessa sostanza
della nebbia e si infiltra, inconfondibile e
indisturbata, sotto uno strato di finta tranquillità scandita da una
routine più o meno rattoppata e assolutamente asettica.
La
disperazione arriva dopo un po’. Quando le lacrime si sono esaurite. Quando sono
passati abbastanza giorni e quindi il tuo dolore non è più interessante. Come
se quella manciata di giorni fosse sufficiente a sanare quel lutto che ti porti
dentro.
Allora
inizi a indossar la tua vecchia maschera polverosa, che pensavi e speravi non
ti sarebbe servita più. Gli amici ti restituiscono subito il ruolo di
quella tosta, un po’ pazza, quella che
ne combina sempre una nuova e dei cui racconti ridere nelle serate tutte
uguali. Al lavoro chiacchieri. Gli uomini per strada ti guardano, a qualcuno
concedi anche un po’ di te. Tutto sembra normale.
Nessuno si accorge di nulla. E invece sotto la maschera,
invisibile, tu la senti muoversi.
La disperazione è silenziosa e si camuffa
sempre sotto vesti di normalità.
mercoledì 6 febbraio 2013
Sono i giorni che dormo poco e sogno ancora meno. Sorrido poco, spero poco. Troppo poco. Pure leggere lo faccio pochissimo e questo misura quanto tosto sia questo giro di ruota.
Ho infatuazioni che durano mezzi istanti. Ma non amo. E non mi meraviglio mai per nulla.
In compenso fumo molto, mi ascolto molto anche se quello che sento non mi piace nemmeno un po'. Perdo tempo. Mi perdo questi giorni, perché ho perso il senso. Avevo fatto di te il senso a tutto. E ora che non ci sei più non riesco a ritrovarne di nuovi. Allora sto qui come a guardare la vita da una finestra. Aspetto. In silenzio. Non so che altro potrei fare onestamente.
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