venerdì 21 dicembre 2012

#2

Succede che senza accorgermene dia ad altri la colpa di non esser te. Distribuisco inquietudine per lenire la mia. Peccato non funzioni così.
Succede che c'è un nuovo viso.  Gli ho chiesto pazienza. Dice che sono bella anche così azzoppata come sono ora. Dice che si, mi aspetterà. Dice con l'anno nuovo mi porterà a New York.
Succede che il tuo ricordo stia diventando indefinito. Dicono sia un bene. Ma io non lo so.
Succede che ho sempre i denti stretti e la fronte aggrottata. Ma a volte riesco a scioglierli.
Succede che tra una settimana riprenderò quel treno. E andrò a Roma.
Succede che la mia spensieratezza l'ho consumata con te.
Succede che alla fine dei conti sei sempre tu ciò che vorrei.

venerdì 26 ottobre 2012

#1


Di te non so ancora praticamente nulla.  A parte che vivi le mie stesse sconfitte .
So che hai il passo lento e sicuro. Mentre io ti camminavo affianco titubante in questa Milano che non riesco più a sentire  mia.
Anche il suono della tua voce è lento e rassicurante. Mi hai portato in questo posto sui Navigli,  e tutti ti conoscevano e ti parlavano e non ti mollavano un secondo. Ma tu poi sei venuto da me che me  ne stavo zitta all’angolo , mi hai messo una birra in mano. “Vieni, ti porto via”.
E così mi hai portato a casa tua. Mentre cucinavi per noi, io osservavo un po’ te. Un po’ la tua casa.
Ho sorriso guardando i tuoi innumerevoli dischi, il tuo pianoforte e tutti gli strumenti. Ho sorriso riconoscendo gli ultimi segni ancora presenti di lei. Anche se dei nostri cuori uccisi abbiamo solo appena accennato. Nessun riferimento. La prima cosa che ho avvertito è stata l’estraneità all’odore. E poi all’improvviso la consapevolezza che nel mio futuro ci sarebbe stati altri odori, altri libri sopra il comodino ed altre scarpe e vestiti abbandonati sul divano e altri colori. 
La  cena è stata con le candele, calici di vino bianco che ti preoccupavi di mantenere colmi, la tua  musica in sottofondo e l’entusiasmo nei tuoi occhi mentre mi parlavi della tua vita di musicista. Più di tutto di te mi è piaciuto che, pur vivendo i miei stessi fallimenti, sei pieno di sogni e speranza. Mentre io sono stata capace solo a star zitta.

Il resto è stato un ballo con le gambe che si toccavano e le tue  mani sui miei fianchi a darmi il ritmo e i nostri respiri.
I tuoi occhi fermi dentro i miei tremanti,  e poi bocche che sapevano dell’altra saliva, e la furia esplosa. Perché bisognava rifarsi del tempo rubato. Dei progetti di vita falliti. Bisognava leccare sulle nostre ferite per disinffettarle. Bisognava toccarci e baciare lì dove avevamo sognato.  Sospirare via la paura e nostri dolore. Come  se quell’amore così rabbioso potesse guarirci. E forse un po’ per un attimo l’ha pure fatto.

mercoledì 10 ottobre 2012

Dopo Che.



Dopo aver immolato i miei giorni migliori,
Dopo aver immolato tutta me stessa,
Dopo averti scelto nel momento in cui avevo tutto e altre infinite possibilità; e nonostante il tutto e le infinite possibilità ho scelto te,
Dopo aver mollato quel tutto per te,
Dopo esserci stata lì in prima fila ad ogni tuo successo,
Dopo aver fatto della tua realizzazione la mia stessa,
Dopo aver risposto con sorrisi tirati alle volgarità della tua gente,
Dopo aver visto morire giorno dopo giorno sotto i loro occhi indifferenti le mie qualità,
Dopo aver digerito le indelicatezze di tua mamma e le manipolazioni della tua famiglia che mi, CI, voleva relegati ad un ruolo secondario. Mentre tu stavi in silenzio, rendendomi impotente,
Dopo esser stata a infinite cene con loro per te e senza di te, dopo il mio compleanno festeggiato con loro senza di te (ma tu per me l’avresti fatto?)
Dopo essermi occupata di arredare al massimo delle nostre possibilità quella nostra casa che poi sarebbe diventata la mia prigione. La nostra.
Dopo aver sperato che quelle pareti arancioni avrebbero assorbito le mie risate alle tue parole che amavo più di ogni cosa al mondo perfino di me stessa e che pensavo autentiche e che credevo si incastrassero alla perfezione con i miei desideri,
Dopo aver visto negarmi il tempo con te, perfino una corsa nelle bellissime colline dietro casa. Me la sarei fatta bastare sai? E invece no.
Dopo tutte le cene da sola e le serate, pure quella libera del lunedì che avevi calcetto. Certo. E io ti preparavo il borsone e ti dicevo che allenarti ti faceva bene, non ti bastava volevi ti venissi a guardare, e tifare. E Il tifo per me chi lo faceva? 
Dopo aver visto il tuo disinteresse malcelato da false promesse che mi raccontavano il contrario e a cui ho voluto comunque credere.
Dopo essermi sentita dire che dovevo fare la camierera, la commessa, stare alla cassa di quel cazzo di ristorante che ci ha rovinati, appoggiarti anche se appoggiare era la nostra condanna ed esser finita a far la baby sitter in culo alla mia laurea e alle mie ambizioni, per aspettar te anche se io volevo altro. E tu pure. Pensavo.
Dopo averti visto dare credito ai tuoi, ad A. a U. a chiunque più che a me.
Dopo aver sofferto nel vederti soffrire per la pochezza di queste persone a cui pure tu stavi sacrificando noi,
Dopo essermi incazzata più per le ingiustizie che subivi tu che per quelle che stavo subendo io,
Dopo aver pensato sempre più a noi, a te che a me stessa,
Dopo che nessuno si sia preoccupato di quanto alto e ingiusto fosse il prezzo che stavo pagando io, nemmeno fosse normale, scontato, doveroso,
Dopo avervi creduto e aver pensato che a sbagliare fossi davvero io,
Dopo che essermi sentita inadeguata e in colpa,
Dopo essermi sentita un limite per te che pure amavo e questo è stata la sofferenza più grande: sentirmi un peso per te,
Dopo essermi sentita niente,
Dopo essermi sentita accusare di aver distrutto la tua personalità, e della mia? e di me, cazzo, di me?
Dopo aver perso tutto. Soprattutto me stessa. Pure la dignità.
Dopo averti visto reagire duramente alle mie urla che non hai saputo riconoscere essere di disagio vero perché in qualche modo lo avevo capito che non mi amavi più già da un po’ sai?
Dopo che non hai creduto al mio dolore, che invece era autentico e profondo, seppur mal espresso, Così come il mio amore rimasto immutato e ancora oggi intatto,
Dopo tutta la solitudine e il silenzio, dopo che nemmeno tu hai avuto la volontà di tendermi la mano per farmi risalire o aiutarmi ad andare via prima e meglio o di aspettare il momento giusto,
Dopo aver io soffocato il mio malessere per poterti vedere un giorno felice.
Dopo aver passato ore, giorni, serate, mesi chiusa in quella cazzo casa dalle cazzo di pareti arancioni.
Dopo aver esaurito le lacrime e iniziato a piangere sangue.
Dopo aver preso a pugni i muri delle nostre stanze per non ucciderti. Per non uccidermi.
Dopo che nemmeno mi accarezzavi più, perché dovevo cercarti io.
Dopo averti aspettato e amato,aspettato e amato,
Dopo essermi vista scaricare alla fine bruscamente, con un pugno nello stomaco senza nessuna dolcezza nel momento in cui lo stare con te mi aveva già messa in ginocchio,
Dopo avermi fatto colpa delle mie lacrime e delle mie domande mentre tu fischiettavi sotto la doccia e la notte dormivi, mentre io faticavo a respirare eppure mi costringevi a darmi un tono perché non tolleravi le mie lacrime,
Dopo aver guidato un giorno fino a Greve cercando uno spazio ampio per poter urlare e sfogare via almeno un po’ di male. Essermi fermata e non essere riuscita ad urlare via nulla. Dopo aver chiuso gli occhi nel tragitto di ritorno per 5 secondi mentre guidavo sperando per un secondo di perderlo davvero il controllo. E pure la vita,
Dopo esser stata trapassata dal tuo sguardo gelido, assente, noncurante come se io fossi diventata invisibile ,
Dopo averti visto ricercare Manila Sticazzi, GoodVibration (Good vibration santiddio) sotto i miei occhi,
Dopo esser stata cancellata con un colpo di spugna senza che tu nemmeno capissi che il tuo menefreghismo mi uccideva, perché liquidavi con una scrollata di spalle tutti i miei sforzi. E tutto quello che ero. E che sono. Come se i nostri 4 anni insieme fossero niente,Come io non valessi niente. Dall’oggi al domani (Ho fallito, come hai fallito tu. Ma meritavo dolcezza e rispetto perché io ho realmente messo in gioco per noi la mia vita. Realmente.Penso sia più di un complimento gratuito raccattato via etere. O di una scopata facile. Il mio apprezzamento era per te non per il personaggio).
Dopo esser stata accompagnata alla stanzioncina secondaria con la mia valigia e 4 anni nostri dentro e tutti i miei sogni e le mie fatiche mentre mi parlavi di non so quale trasmissione televisiva del cazzo,
Dopo non avermi lasciato il tempo di salutare i tuoi posti in cui ho comunque vissuto per due anni e che erano diventati anche i miei e che mi mancano,
Dopo che nonostante tutto questo, il ricordo dei tuoi occhi inumiditi davanti al centro commerciale di milano il giorno che sei venuto a portarmi le cose,sono stati un pugno nello stomaco che il tuo soffrire mi è stato ancora una volta più insopportabile del mio.
Dopo che non hai capito un cazzo di noi. E pure di me. Dopo che hai preso la decisione sbagliata. L'ennesima.
Dopo che non hai voluto investire quando è toccato a te prendere decisioni per noi. Dopo che hai scelto la mediocrità alla nostra salvezza e alla felicità che potevamo avere.
Dopo aver spento i miei occhioni sbrilluccosi,
Dopo aver io immerso le mie braccia nella tua merda, per tirarti fuori e salvarci e dopo che tu mi hai trascinata nella tua stessa merda

Ho avuto conferma di vento a favore.
Tolgo gli ormeggi.